Balcone sul mare

Su uno di cento balconi di case sul mare
sola sta una donna con le chiome oramai chiare,
con una vestaglia su di una corta sottana
stende i suoi panni vecchi di cotone e di lana.

Ognuno è il ricordo di un tempo per lei passato,
di quello che ha perso, di tutto ciò che ha lasciato,
e cerca tra la vita che va sotto la loggia
il viso di un uomo che partì un giorno di pioggia.

Goccia a goccia vede colar lentamente i suoi anni
insieme coll’acqua ed il color dei suoi panni.
Spesso, chi passa sotto le regala un rimbrotto
se qualche goccia cadente gli bagna il cappotto,

senza interessarsi nemmeno poi più di tanto
se quella è una goccia di acqua o di pianto.
Lui era partito senza aver potuto gustare
nemmeno una sola goccia del suo grande mare.

Poggiando ogni giorno la sua bocca su una foto,
diventò vecchia dentro un letto per metà vuoto.
Quando però poi il ricordo divenne rimpianto,
lei si nascose sempre più in quel suo canto:

il sol posto dove avrebbe potuto spiare
se qualcuno, un giorno, stava tornando dal mare.
Ancora oggi, da quel balcone, guarda e spera
di non essere sola, almeno l’ultima sera

e che lui possa raccogliere tra le sue dita
l’ultima lacrima versata nella sua vita.
Ogni sera rientra e pettina i bianchi capelli
prima di sdraiarsi a letto e seguire gli uccelli;

pensa che su quel balcone la vita ha passato,
ma che senza lui il vivere non è mai iniziato.